La didattica a distanza (DAD) può produrre affaticamento visivo (o astenopia), che si manifesta con vari sintomi come sensibilità alla luce, visione offuscata e mal di testa. La ricerca scientifica in optometria e oftalmologia ha studiato il problema e su questo è intervenuto su La Repubblica il prof. Fabio Casalboni, optometrista e docente di UNIFI nel CdS in Ottica e Optometria, nonché esperto di riabilitazione visiva.
Riportiamo una sintesi del suo intervento:
"Sullo smartphone sarebbe meglio non lavorare e non studiare, ci vorrebbe almeno un tablet. Ci sono già ricerche scientifiche che mostrano le differenze d'uso tra smartphone e tablet (o libro): il primo si può arrivare a tenere anche a meno di 30 centimetri dal viso, il secondo più verso i 40 centimetri. Per gli occhi è una differenza importante in termini di richieste visive.
È stata dimostrata una crescita di sintomatologia da affaticamento legato alla DAD. Non tutti reagiscono allo stesso modo, perché esiste una correlazione tra fattore ambientale e predisposizione individuale. Però l'uso continuativo e prolungato di dispositivi digitali può predisporre all’insorgenza e all’incremento della miopia.
Tra le altre regole d’igiene visiva si deve considerare la giusta distanza con il dispositivo, il fare delle pause fra le lezioni e il consiglio di sfruttare lenti antiriflesso per gli occhiali con filtraggio specifico per i dispositivi digitali."