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IL PIANETA NETTUNIANO PIU' DENSO MAI OSSERVATO

Frutto di un lavoro pubblicato su Nature, con il contributo di due ricercatori fiorentini: Luca Naponiello ed Emanuele Pace.

IL PIANETA NETTUNIANO PIU' DENSO MAI OSSERVATO

Un gruppo di ricercatori italiani ha scoperto un pianeta extrasolare di dimensione simile a quella di Nettuno, ma con una massa 4 volte superiore, ad una distanza di 545 anni luce dal Sistema Solare. Gli esopianeti grandi come Nettuno non sono rari, ma quasi mai si trovano così vicini alla propria stella, entro il cosiddetto "deserto dei Nettuniani". Il nuovo pianeta, TOI-1853b, invece è talmente vicino alla propria stella da impiegare solo 30 ore per compiere una intera orbita. Tuttavia, la sua caratteristica più importante è la densità, quasi il doppio di quella terrestre. Secondo il primo autore dell'articolo, Luca Naponiello: "I pianeti di tipo Nettuniano possono avere densità molto diverse, ma nessuno si aspettava che potessero essere così compatti. Questa scoperta implica che pianeti di queste dimensioni possono avere una quantità di materiali pesanti molto maggiore rispetto a quanto previsto". 

La formazione di TOI-1853b è anch'essa un mistero, ed una possibilità avanzata dagli autori è che il pianeta sia di origine catastrofica. "Una possibilità è che il pianeta sia il risultato di diverse collisioni proto-planetarie che ne avrebbero rimosso quasi completamente l'atmosfera, lasciando esposto il denso nucleo roccioso. Se fosse così, TOI-1853b dovrebbe avere un compagno planetario non molto distante". In alternativa, tuttavia, è anche possibile che l'esopianeta fosse inizialmente un gigante gassoso più massiccio di Giove, il quale avrebbe perso gli strati esterni in seguito ad incontri ravvicinati con la stella su un'orbita ellittica, che nel tempo si sarebbe circolarizzata. 

TOI-1853b, come lo osserviamo oggi, potrebbe essere quasi del tutto roccioso oppure composto in parti uguali da roccia ed acqua. "Comprendere la natura di TOI-1853b sarà difficile, ma proveremo comunque a svelarne l'atmosfera e dunque la compoisizione, con nuove osservazioni in futuro", conclude Naponiello.

Link all'articolo: https://www.nature.com/articles/s41586-023-06499-2

31 Agosto 2023 (Archiviata)

 

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